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La Provincia di Lecco, in collaborazione con Lecco Heritage-sistema museale, promuove per il secondo anno consecutivo un ciclo di passeggiate creative per divulgare la bellezza e l’essenza del territorio. Ha quindi invitato gli appassionati del Bel Paese a partecipare alla passeggiata che dal sacrario di San Nicolao porta alla chiesa di San Vittore in Esino Lario domenica 8 settembre 2024 . Ha guidato la passeggiata Pietro Berra, Presidente dell’associazione Sentiero dei Sogni.

La meta è stata la parrocchiale posta su uno sperone, quasi fosse un’unghia di roccia della Grigna ben nascosta dalla vegetazione, in terra di mezzo tra Psciach e Cress orientata verso il lago. San Vittore riuscì, con le giaculatorie e la santa pazienza di donne e uomini pii, a riunire le chiese di Sant’Antonio di Esino Superiore e di San Giovanni di Esino inferiore.

I bambini, raccontano oggi gli anziani, negli anni ‘30 del secolo scorso si canzonavano senza superare la linea ‘rossa’ del confine dei due borghi mandando a dire: “castegn sech in psciazze bele, carcai in scior casele’ e viceversa. La passeggiata inizia tra villa Minuccia, la casa che fu dello scultore Vedani, colui che scolpì la via crucis del viale alberato che porta a San Vittore, e il castello appartenuto alle Suore Marcelline fino a pochi anni fa. Si arriva così al sacrario in memoria del Generale Mino, l’illustre figlio di Esino che prestò servizio nell’Arma dei Carabinieri.

Nel giardinetto che affianca San Nicolao si erge la statua di Pio XI, il Papa alpinista, che amava camminare sui sentieri della Grigna: irti, rudi, incuneati tra spelonche fredde e gole arse, ingentiliti a tratti da rododendri rosa che accompagnano lo sguardo dal paesaggio di pietra alla lamina di un raggio di sole che taglia il lago arricciato dal Tivano. E’ proprio lì che il papa montanaro Achille Ratti parlava con Dio in modo diretto, mentre il geologo Antonio Stoppani cercava il tesoro delle conchiglie immolate tra i sassi dove un tempo c’era il mare. Sulla facciata di San Vittore, ai lati del portone, spiccano le effigi di questi due grandi personaggi che hanno cesellato il quadro della storia locale, lateralmente invece ecco il ritratto di Don Giovanni Battista Rocca che fu l’ideatore del museo delle Grigne con l’intento di raccogliere i frammenti di storia di questo pezzettino di terra lariana.
All’altezza del campo sportivo, spunta la colonna che racconta l’esperienza dell’esinese Josè Nasazzi, migrante in Uruguay, che divenne il capitano della squadra di calcio nazionale uruguaiana vincendo tre mondiali.

Proseguendo, su una lastra di marmo ai piedi della Madonna di Lourdes, nei pressi della canonica, si legge il grazie rispettoso degli esinesi rivolto alle donne di Esino che dovettero sopportare povertà e sofferenze durante la Grande guerra.
Infine, sotto il cielo celeste di settembre, un brivido…il viale alberato porta alla chiesa di San Vittore e al cimitero del paese. Lo scrittore svedese Par Fabian Lagerkvist, nobel per la letteratura del 1951, durante un soggiorno a Esino scrisse: “Il sorriso eterno”. Un libro che narra del regno delle ombre, dove le anime, lasciato il corpo, parlano di sé e dei grovigli inspiegabili della vita…Ci sono tutti, potenti e umili, ricchi e straccioni. E tutti hanno il bisogno di trovare un significato a quella miseria e grandezza, a quel dolore e a quella gioia, il perché di quella vita vissuta…e dal campo santo si solleva un grido di dolore: Dio devi rendere conto agli uomini cosa intendevi fare di loro, qual era lo scopo che ti eri posto creandoli? Così, tutti insieme, decidono di partire per un lungo viaggio alla ricerca di Dio. Una marcia interminabile verso l’illusione di una luce e di una risposta certa.

Le anime camminano nel pericolo dei trabocchetti del buio cosmico e delle ombre che farfallano…Finalmente, alla fine del viaggio, trovano Dio. Un vecchio falegname triste, con addosso un vestito logoro macchiato di colla e vernice. I morti gli pongono la domanda: perché la vita? Perché così diversa? Dio è evasivo, parla di coscienza, del coraggio di sconfinare dalla realtà, e punta il dito sul cuore…

MARIA FRANCESCA MAGNI

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